giovedì 25 ottobre 2007

"OOPARTs": LENTI DI CRISTALLO VICHINGHE DEL XI° SECOLO

Lenti ritrovate nell'isola di Gotland, in Svezia, in un sito vichingo risalente all'undicesimo o dodicesimo secolo dopo Cristo e conservate in un museo. Composte da cristallo di rocca, esse sono di forma asferica ottimizzata, tanto da fornire, secondo scienziati tedeschi, prestazioni equivalenti a quelle progettate secondo i criteri più moderni. Viene riportato il parere di Olaf Schmidt, dell'Università di Scienze Applicate di Aalen, secondo cui: "Alla luce di questi risultati dobbiamo rivedere le nostre convinzioni riguardo alle conoscenze di ottica nel Medio Evo. Sembra che la progettazione di lenti di forma ellittica sia stata scoperta molto prima di quanto pensassimo. In seguito tale conoscenza si è perduta per quasi un millennio." Si precisa, poi, che Karl-Heinz Wilms, uno scienziato in pensione ex dipendente della ditta Rodenstock, fu il primo a mostrare, in un museo di Monaco di Baviera, l'impressionante capacità di formare immagini posseduta da una di tali lenti. Egli in seguito contattò il su nominato Olaf Schmidt e Bernd Lingelbach, dell'Istituto di Ottica Oftalmica, perché esaminassero tale lente ed altre simili, che erano in mostra in un museo di Visby, in Svezia, ed erano state utilizzate (come lenti d'ingrandimento) in gioielleria. Tale lente è composta, come già precisato, da cristallo di rocca, ha un diametro di 50 mm ed è spessa, al centro, circa 30 mm. Schmidt sostiene che la simmetria delle lenti suggerisce che siano state lavorate al tornio e le zone piatte sui poli indicano che queste sono state realizzate con la stessa tecnica, pertanto ambedue le caratteristiche possono avere un'origine comune.Secondo lui le lenti potrebbero essere state realizzate in qualche parte dell'Europa orientale ed essere state utilizzate per cauterizzare le ferite, accendere il fuoco e come lenti d'ingrandimento per artigiani. La squadra di analisti tedeschi ha misurato ciascuna lente proiettando il suo profilo su di uno schermo e sovrapponendole una griglia di quadrati, poi fotografando l'immagine così ottenuta. Il modello tridimensionale della forma della superficie della lente ha mostrato che essa si avvicina molto a quella di un ellissoide (la superficie ottenuta facendo ruotare un'ellisse nello spazio); la qualità dell'immagine è almeno pari a quella delle ottiche moderne

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