venerdì 28 marzo 2008

L'EVOLUZIONE DELLA VITA ANIMALE RITARDO' DI CIRCA 2 MILIARDI DI ANNI PER UN...METALLO

Una mancanza di ossigeno e del metallo pesante molibdeno in un antico oceano potrebbe aver ritardato l’evoluzione della vita animale sulla Terra di circa 2 miliardi di anni: è questa la conclusione di uno studio dell’Università della California a Riverside ora pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Nature”.
I ricercatori sono giunti a questo risultato analizzando le tracce di molibdeno nei sedimenti di scisti, rocce sedimentarie ricche di materia inorganica che si trovano abitualmente negli oceani profondi. Il molibdeno è un micronutriente cruciale per la vita e serve da indicatore indiretto per stimare le quantità oceaniche e atmosferiche di ossigeno.
In seguito all’iniziale incremento di ossigeno nell’atmosfera terrestre di circa 2,4 miliardi di anni fa, l’ossigeno è stato poi trasferito alla superficie dell’oceano supportando la richiesta di quest’elemento da parte dei microrganismi.
Inoltre la diversità di queste forme di vita unicellulare rimase bassa e gli organismi multicellulari non apparvero fino a 600 milioni di anni fa, come spiega Tymoty Lyons, docente di biochimica del Dipartimento di scienze della terra della UCR e coautore dello studio.
Partendo dall’ipotesi che il deficit di ossigeno possa spiegare almeno in parte questo salto evolutivo, Lyons e colleghi hanno misurato le abbondanze relative del molibdeno nei sedimenti marini più antichi nel tempo per stimare quanto metallo fosse disciolto nelle acque del mare in cui i sedimenti si sono formati. Sono stati così trovate le prove dell’esistenza di un antico oceano con livelli di molibdeno decisamente inferiori a quelli che caratterizzano attualmente le acque marine.
“Questa carenza di molibdeno ha ritardato lo sviluppo della vita complessa come gli animali per quasi due miliardi di anni della storia della Terra”, ha spiegato Lyons. “La quantità di molibdeno probabilmente giocò un ruolo importante nello sviluppo delle prime forme di vita. Come nel caso del ferro nel mondo attuale, si tratta di un micronutriente che regola il ciclo dell’azoto nell’oceano.”
Conoscere la quantità di ossigeno negli oceani primordiali
– ha concluso il ricercatore - è importante per molte ragioni, per esempio per avere una migliore comprensione di come e quando cominciò ad accumularsi una apprezzabile quantità di ossigeno nell’atmosfera.”

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