giovedì 3 aprile 2008

SCOPERTO UN BUCO NERO NELLA ENIGMATICA OMEGA CENTAURI

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La scoperta di un buco nero di massa intermedia al centro di Omega Centauri potrebbe consentire di capire alcuni misteri di questo oggetto celeste che finora era considerato il più grande e brillante ammasso globulare visibile dalla Terra. La scoperta è stata fatta grazie alle immagini ottenute dallo Hubble Space Telescope in unione ai dati rilevati dallo spettrografo GMOS del Gemini South telescope a Paranal, in Cile.
Inoltre, osserva Eva Noyola, del Max-Planck Institut per la fisica extraterrestre a Garching, che ha diretto la ricerca, "Questo risultato mostra che esiste uno spettro continuo di buchi neri, da quelli supermassicci, a quelli di massa intermedia, fino a quelli piccoli di massa stellare."
Il primo a parlare di Omega Centauri fu Tolomeo, che 2000 anni fa la indicò come una singola stella. Nel 1677 Edmond Halley la classificò come una nebulosa, mentre nel 1830 John Herschel pensò che fosse un ammasso globulare. I risultati delle osservazioni odierne inducono invece a pensare che si tratti di una galassia nana che ha perso le stelle più esterne, probabilmente in seguito a un incontro ravvicinato con la Via Lattea. "Aver trovato un buco nero al centro di Omega Centauri potrebbe avere molte implicazioni sulla nostra comprensione delle sue passate interazioni con la Via Lattea", ha detto Noyola.
I cluster globulari sono costituiti un certo numero (fino a un milione circa) di vecchie stelle tenute strettamente insieme dalle forze gravitazionali, e si trovano poco all'esterno di molte galassie, ivi compresa la Via Lattea. Omega Centauri - che dista 17.000 anni luce dal Sole - possiede però alcune caratteristiche che la distinguono dagli altri cluster globulari, per esempio ruota più velocemente, ha una forma decisamente appiattita, e soprattutto è formato da stelle che appartengono a diverse generazioni stellari. Inoltre ha una massa dieci volte superiore a quella tipica di questi oggetti celesti.
Eva Noyola e colleghi hanno misurato il moto e la brillantezza delle stelle che si trovano al centro di Omega Centauri, che sono correlate alla massa totale del cluster. Tali velocità sono risultate molto superiori a quelle aspettate sulla base delle stime relative alle stelle visibili. Dopo aver scartato ipotesi alternative, hanno così dedotto che al centro di Omega Centauri deve esserci un buco nero con una massa pari a 40.000 volte quella del Sole. "Prima di questa osservazione, disponevamo di un solo esempio di un buco nero di massa intermedia, nel cluster globulare G1, in prossimità della Galassia di Andromeda", ha detto Karl Gebhardt, che ha partecipato alla ricerca.
Secondo i ricercatori, questi buchi neri di massa intermedia potrebbero essere dunque più frequenti di quanto ritenuto e rappresentare lo stadio iniziale di futuri buchi neri supermassicci: "Potremmo essere sulle tracce della scoperta del meccanismo di formazione dei buchi neri supermassicci: la loro origine potrebbe essere proprio nei buchi neri intermedi."

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it/

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